Esistono moltissimi modelli di sterilizzatori disponibili sul mercato, in grado di soddisfare tutte le tue esigenze: puoi scegliere quelli più comodi, quelli meno ingombranti oppure quelli più capienti.
L’importante, però, è che tu sappia riconoscere uno sterilizzatore di qualità, visto e considerato che dovrai inserirci tutti gli oggetti che il tuo bambino porta più spesso alla bocca.
Nelle prossime righe ti daremo qualche consiglio su come muoverti in tal senso.
Buona lettura!
Sterilizzazione: partiamo dalle basi
Iniziamo dal perché la sterilizzazione sia così importante anche nei contesti del tutto domestici. Sebbene si dia per scontata la sterilità di alcuni oggetti in determinati contesti, per esempio quelli ospedalieri, la stessa cosa potrebbe non essere così immediata se ci si sposta all’interno delle mura della propria abitazione.
Esistono dei prodotti che, per le loro caratteristiche di utilizzo e per le persone per le quali sono pensati, devono essere sterilizzati frequentemente. Ma cosa significa che un oggetto o una superficie sono sterili? Significa che hai una possibilità su un milione di poterci trovare sopra un qualche microrganismo.
La sterilizzazione, insomma, è quel processo grazie al quale la quasi totalità dei microrganismi come germi e batteri vengono eliminati. Questo è fondamentale in situazioni specifiche per evitare l’insorgere di infezioni o di altri problemi collaterali.
Se ti trovi a dover sterilizzare solo pochi oggetti, non usi il biberon e/o ciuccio, potrai sterilizzare quello che ti serve usando il classico rimedio delle nostre nonne: immergendo gli oggetti per quindici minuti all’interno di un pentolino contenente acqua portata a bollitura.
Ma se invece dovessi avere delle esigenze diverse, magari hai più bambini o usi il biberon nella fase precedente lo svezzamento, avrai bisogno di un modo per sterilizzare tutto più in fretta e, se possibile, in contemporanea, ottimizzando ancora meglio i tempi.
È qui che entrano in gioco gli sterilizzatori di ultima generazione!
Com’è fatto uno sterilizzatore
Per poter descrivere gli sterilizzatori dobbiamo innanzitutto differenziarli in base al modo in cui effettuano la sterilizzazione. Questo processo, infatti, può avvenire in due modi: sfruttando il raggiungimento di alte temperature e la formazione del vapore oppure mischiando a dell’acqua una soluzione chimica germicida, fungicida e battericida.
La prima tipologia è conosciuta come sterilizzazione a caldo e, in questo caso, gli sterilizzatori possono essere elettrici oppure da forno a microonde; la seconda tipologia è invece chiamata sterilizzazione a freddo.
Gli sterilizzatori a microonde sono essenzialmente identici a quelli elettrici, ma più compatti. Anche loro hanno infatti una vaschetta per l’acqua e una griglia per la disposizione dei prodotti, ma sono più piccoli e bassi in altezza perché, sfruttando il calore prodotto all’interno di un forno a microonde, devono avere delle dimensioni standard per essere inseriti in quasi tutti i forni disponibili in commercio. Sebbene la capienza ne risenta anche notevolmente rispetto ai modelli elettrici più grandi, gli sterilizzatori a microonde sono i più veloci nel portare a compimento il processo di sterilizzazione.
Gli sterilizzatori a freddo sono invece delle semplici vaschette. La sterilizzazione viene infatti effettuata grazie al prodotto che andrai a comprare separatamente e che mischierai con l’acqua. Questa modalità di sterilizzazione è la più comoda da usare fuori casa, perché maneggevole e soprattutto perché non ha bisogno di energia elettrica o di forni a microonde. Tuttavia, è anche quella dalle tempistiche più lunghe, anche se per conoscerle con precisione dovrai rifarti alle indicazioni presenti sulla confezione della soluzione chimica scelta.
Cosa deve avere uno sterilizzatore di qualità?
Nonostante le loro differenze di forma, dimensione e tipologia di sterilizzazione impiegata, ci sono delle caratteristiche che un qualsiasi sterilizzatore di qualità deve avere.
Si tratta di garanzie chiare e specifiche in materia di sicurezza e qualità dei prodotti usati. Proprio per questa ragione molto spesso vengono comunque preferiti gli sterilizzatori a caldo che non comportano l’uso di prodotti chimici che, per quanto sicuri, rappresentano comunque un’aggiunta che non tutti gradiscono.
Il costo può darti un’idea della qualità dei materiali: stai attento a prezzi particolarmente vantaggiosi, in quanto il risparmio di qualche decina di euro potrebbe andare a discapito della bontà dei materiali.
In secondo luogo, se dovessi optare per uno sterilizzatore a caldo assicurati sia dotato di un sistema di spegnimento automatico. Questa caratteristica è fondamentale perché nel caso in cui l’acqua dovesse terminare in anticipo a causa di una disattenzione, lo sterilizzatore si spegnerà da solo evitando inconvenienti molto spiacevoli. È inoltre una bella comodità: non dovrai essere tu a tenere sempre sotto controllo il tempo che è passato dall’accensione in poi.
È inoltre importante che gli sterilizzatori a caldo abbiano un sistema di blocco del coperchio che ne renda impossibile l’apertura quando la temperatura interna è ancora eccessivamente elevata. Il coperchio deve inoltre essere spesso e resistente; in caso contrario, infatti, potrebbe danneggiarsi facilmente a causa del calore generato.
Per quanto riguarda invece gli sterilizzatori a freddo, occhio ai materiali: assicurati che siano resistenti, in plastica dura e che resistano a urti involontari. Non lasciare mai biberon e ciucci in ammollo più a lungo del tempo indicato e non usare mai soluzioni chimiche di dubbia provenienza o troppo aggressive.
Sai tutto per acquistare uno sterilizzatore di qualità!